Lettera aperta al Presidente della Repubblica, ai Senatori, ai Deputati.
Con la presente si intende sottoporre
alla Loro pregiata attenzione le riflessioni nate a seguito di un Tavolo tecnico,
ad Afragola (Na) l’otto giugno 2015, a cui hanno preso parte Professori
Universitari, Direttori di riviste scientifiche, Giornalisti, Dirigenti
Scolatici, D.S.G.A, Docenti, Rappresentanze sindacali, Associazioni di
categoria, Albi professionali, Associazioni Culturali, Genitori, Circoli Universitari,
liberi cittadini, all’indomani dell’approvazione del Testo del Disegno di Legge
A.S. 1934 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e delega per il riordino
delle disposizioni legislative vigenti) da parte della Camera dei Deputati.
La centralità del Convegno ha visto in
primo piano, al di là di ogni logica economicistica e aziendalistica,
l’interesse del minore e la salvaguardia della sua serenità di studente
motivato.
Al termine del dibattito, l’Assemblea,
composta da centinaia di persone, ha istituito il Comitato “A scuola per
passione”, con la nomina della scrivente prof.ssa Marina Pannone, come
referente con le Istituzioni.
Ne è seguito uno studio attento e
approfondito, anche se celere, in considerazione della velocità dei tempi
previsti per l’approvazione del Disegno, nato, nella sua originaria
formulazione, come uno scarno documento di carattere economico, che si è via
via arricchito di buoni propositi, senza che gli stessi siano stati supportati
da un sostegno finanziario adeguato, come ampiamente dimostrato dalla
onnipresente espressione “il tutto senza oneri aggiuntivi a carico della
finanza pubblica”.
Alla luce dell’analisi del suindicato Disegno
di legge, in via preliminare ci si chiede:
Perché agganciare l’assunzione dei
precari alla cosiddetta “Riforma della Scuola”?
L’assunzione dei precari non è forse un obbligo
imposto dalla Corte di Giustizia Europea, Terza Sezione, con la Sentenza n. 76 del
26 novembre 2014?
Perché il Parlamento
deve dismettere la propria funzione primaria di approvare le leggi?
Conferire
deleghe in bianco al Governo su una funzione così delicata e di interesse
nazionale, quale quella dell’istruzione, non contrasta forse con la
Costituzione all’art. 117 comma lettere g) m) n).?
Ed
ancora ci si domanda come intende la “Buona Scuola”:
1. innalzare i livelli di istruzione?
2. prevenire e recuperare l’abbandono
scolastico?
3. garantire il diritto allo studio per
tutti gli studenti?
4. educare in modo permanente tutti i
cittadini?
Orbene, se tali sono gli obiettivi,
·
Perché la Riforma non parla della centralità dell’alunno quale
attore del processo dinamico di insegnamento-apprendimento?
·
Perché inserisce nella scuola il clima
dell’azienda e della competizione tra i docenti, se il compito della comunità
educante tra pari è quello di formare coscienze libere?
·
Perché non reca alcun cenno alla possibilità di
sostenere gli alunni capaci e meritevoli come previsto dall’ancora in vigore
art. 34 della Costituzione, che recita: "La
scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi,
hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi"?
·
Perché non fa alcun
cenno a quali strategie utilizzare contro la dispersione scolastica, che in
Italia oscilla tra il 15% e il 30%, e costituisce la vera piaga sociale delle
scuole pubbliche?
·
Perché intende far
crescere i cittadini del futuro in un ambiente educativo e formativo viziato da
logiche aziendali e non più improntato alla serenità della “comunità dei pari”
e del Preside in quanto primus inter pares?
·
Perché sovraccarica i
dirigenti scolastici,
alterandone e ampliandone - in modo illogico - il ruolo dirigenziale esponendoli
alla mercé di imprenditori al fine di accaparrarsi sponsorizzazioni a favore
della propria scuola? Con questi presupposti, gli sponsor non andrebbero a
interferire sull’organizzazione e sull’andamento didattico della scuola,
condizionandone i processi educativi di apprendimento, formazione e
valutazione, che devono essere liberi e svincolati dalla logica del profitto e
del tornaconto personale?
·
Perché non indica
modalità e mezzi per educare in modo permanente i cittadini?
·
Perché impedisce a un
docente di lavorare per il solo fatto di aver già lavorato per 36 mesi?
·
Perché ostacola la continuità didattica, tanto invocata al fine del raggiungimento
del pieno successo formativo, in violazione dell’art. 34 della Costituzione?
Se il punto di
partenza è riformare la Scuola, ci si è chiesti:
·
Quale è il compito della
Scuola oggi?
Non è forse quello di formare cittadini responsabili e competenti sulla base
di livelli standard uniformi a livello nazionale ed europeo?
·
Quali sono i
destinatari del processo dinamico di insegnamento apprendimento in una classe?
27-35 alunni tutti diversi tra loro (e non 27-35 paia di scarpe tutte
uguali).
·
Cosa fa un docente prima
di entrare in classe?
a.
Cerca di individuare
gli stili di apprendimento dei singoli allievi;
b.
Modula gli obiettivi da
perseguire;
c.
Formula percorsi volti
ad adeguare la programmazione didattico-educativa alla realtà di quel gruppo
classe;
d.
Individua strategie
metodologiche da utilizzare;
e.
Sceglie il linguaggio
più adatto al contesto;
f.
Elabora il materiale
didattico;
g.
Predispone prove di
verifica in itinere, con correzione, restituzione di feedback e monitoraggio rispetto
agli obiettivi prefissati.
Perché, invece, tacere
sul fatto che i docenti:
·
sereni costituiscono un
modello da emulare per gli allievi in crescita?
·
non hanno più alcun mezzo
a disposizione per incentivare gli alunni a studiare se non quello di creare e
favorire un ambiente stimolante per l’apprendimento?
·
sono chiamati
continuamente ad auto-aggiornare i loro metodi di insegnamento in virtù della
continua innovazione tecnologica?
·
hanno a disposizione
strumenti del XIX secolo quando viene invece richiesta la formazione degli
allievi in una dimensione digitale del XXI secolo?
·
svolgono una continua
opera di mediazione, di integrazione, di inclusione nonché di risoluzione di
conflitti all’interno del gruppo classe (con tutte le difficoltà che ne
derivano), cercando di mantenere costantemente un sano ed equilibrato ambiente
di insegnamento-apprendimento?
·
producono a distanza,
allorché gli alunni – divenuti politici, imprenditori, dirigenti, insegnanti,
impiegati, ricercatori, professionisti, tecnici, operai… insomma, cittadini
responsabili- possano utilizzare le abilità
acquisite, mettendo in pratica le competenze per aver interiorizzato le
conoscenze?
A proposito dei Tagli
alla spesa pubblica, perché tacere sul fatto che:
·
si denomina Riforma del
Sistema Nazionale di Istruzione un Disegno di legge che si limita a considerare
la scuola come un’azienda da ristrutturare in senso verticistico?
·
sono già stati
enormemente tagliati i fondi alle scuole al punto che le stesse non sono più in
grado di finanziare la formazione dei docenti, dei genitori, degli alunni, né di
finanziare la progettazione e/o la produzione di materiale didattico laboratoriale,
né addirittura di fotocopiare schede didattiche?
·
nonostante la maggior
parte degli edifici scolastici versino in condizioni disastrose, un esercito di
persone scende ogni giorno in campo per svolgere il proprio lavoro mettendo a
repentaglio la propria incolumità?
·
a fronte della
individuazione degli alunni “BES” non sono state predisposte risorse e
strumenti per soddisfare i Bisogni Educativi Speciali, lasciando le scuole completamente
in balia delle onde?
·
la previsione dell’insegnamento
obbligatorio della DNL (disciplina non linguistica) in lingua straniera resta
un’affermazione di principio, senza fornire i mezzi finanziari idonei a garantire
la sua concreta ed efficace attuazione?
·
sono necessari strumenti
per la formazione continua, in considerazione dell’elevato costo dei master universitari
e dei corsi di alta formazione (che vanno dai 3000 ai 5000 euro)?
·
sono indispensabili mezzi
e strumenti per incentivare gli alunni a studiare?
·
risulta impossibile
pensare di uscire dalla crisi - che tanto gravemente colpisce il nostro Paese -
senza investire in maniera adeguata sull’istruzione dei giovani e sul loro
futuro?
A fortiori si rilevano profili di
incostituzionalità del nuovo modello di scuola previsto dal Disegno di legge in
questione - poiché la Riforma così come è formulata:
1. Non garantisce livelli omogenei di istruzione per tutti gli alunni su tutto il territorio nazionale in contrasto con l'art. 3 della Costituzione comma 1 laddove recita: "Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politica, di condizioni personali e sociali" e con l’art.3. comma 2 laddove prevede che “É compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”; nonché con l’art. 30 della Costituzione laddove recita: "La scuola è aperta a tutti” e con la Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, sull'istituzione di un quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell'istruzione e della formazione professionale (EQAVET) del 18 giugno 2009.
2. Crea delle
ingiustificate disparità di trattamento nell’accesso ai ruoli docenti in contrasto
con l'art. 97 Cost. comma 4: "Agli impieghi nelle pubbliche
amministrazione si accede per concorso";
3. Non riconosce gli incentivi in favore di
famiglie di alunni capaci e meritevoli, in contrasto con l'art. 34 della
Costituzione in cui è detto: “I capaci ed i meritevoli, anche se privi di
mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.";
4. Viola la libertà di insegnamento nel momento
in cui attribuisce le scelte didattiche al Dirigente Scolastico, a cui è anche
affidato il compito di valutare (rectius
valorizzare) il merito dei docenti, in contrasto con l’art.33 della
Costituzione nella parte in cui recita “L’arte e la scienza sono libere e
libero ne é l’insegnamento.”;
5. Depaupera la funzione primaria della Scuola
“Pubblica” di istruzione per contrasto con l'art. 34 della Costituzione, in cui
è detto: "La scuola è aperta a tutti”;
6. Crea una ingiustificata disparità di
trattamento in contrasto con l’art. 3 della Costituzione sul diritto di
uguaglianza riguardo alla previsione del
bonus solo per le famiglie che iscrivono i figli alla scuole private e non
anche per quelle che scelgono le scuole pubbliche;
7. Contrasta con
l’art. 30 della Costituzione laddove recita “è diritto dovere dei genitori
istruire i propri figli”. Le famiglie non avranno più l’opportunità di formare
i propri figli nella scuola pubblica come espressione di coesione, di unità e
di eguaglianza civica;
8. Elude l’art.117
della Costituzione laddove recita “Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle
seguenti materie: m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni
concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il
territorio nazionale; n) norme generali sull’istruzione, attraverso il
conferimento delle deleghe in bianco al Governo;
9.
Viola il principio del concorso pubblico (art. 97 Cost.) per l’irragionevolezza
dell’esclusione degli idonei dal Piano straordinario di assunzioni (art. 3
Cost.); lede il principio dell’affidamento (art. 2 Cost.) all’art. 8 del ddl
2994, laddove al comma 4 reca,
infatti, una deroga
espressa all’art. 399 del Testo unico in materia di istruzione (d.lgs. n. 297
del 1994), dove si stabilisce che il reclutamento dei docenti attinga per il 50%
dalle graduatorie concorsuali e al comma 10 del medesimo art. 8 esclude dal
Piano straordinario di assunzioni gli idonei collocati nelle graduatorie di
merito del concorso del 2012, disponendo che dal 1º settembre 2015 tali
graduatorie «perdono efficacia» e derogando perciò alla regola che ne
stabilisce la validità triennale;
10. Mette in evidenza il contrasto tra l’art. 8
del ddl 2994 che prevede l’assunzione di 100.701 unità di personale docente,
fra cui 16.835 su «posti già vacanti o disponibili», 7.623 su «posti stabili
già attivati (spezzoni)» (cfr. la Relazione
tecnica, pag. 38) e le previsioni di spesa contenute nella Legge di
Stabilità 2015 che coprivano l’assunzione di circa 148.000 docenti in
violazione degli artt. 3 e 97 della Costituzione.
Tanto premesso, si chiede che il Governo spieghi con puntualità e precisione esattamente al Presidente della Repubblica, al Parlamento e, dunque, ai Cittadini:
1. Che cosa
intende per “Riordino” delle disposizioni legislative in materia di istruzione
di cui all’art 22 (Delega al Governo in materia di sistema nazionale di
istruzione e formazione);
2. Quali sono le
ragioni oggettive che giustificano l’adozione di un unico DDL in materia di
riforma scolastica;
3. Come si colloca l’attuale disegno di legge nella
parte in cui prevede:
a) la stipula dei contratti a tempo determinato
per un periodo non superiore a tre anni;
b) la
chiamata diretta da parte dei Dirigenti Scolastici;
rispetto
alla direttiva 1999/70 dell’UE, che è finalizzata ad «attuare l’accordo quadro
(…), la cui clausola 1 così recita: «L’obiettivo è: a) migliorare la qualità
del lavoro a tempo determinato garantendo il rispetto del principio di non
discriminazione; b) creare un quadro normativo per la prevenzione degli abusi
derivanti dall’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a
tempo determinato».
In virtù di
tutti gli interrogativi posti alla pregiata attenzione del Presidente della Repubblica, dei Senatori e dei Deputati, con il presente documento si invitano le SS.LL. a vagliare le
seguenti proposte:
1. Chiedere il ritiro del Disegno di legge con lo stralcio della parte
relativa alle assunzioni, auspicando una riflessione attenta, meditata
sull’importanza a livello nazionale del settore Istruzione.
2. Stralciare le deleghe in bianco contenute nel progetto di riforma contenute
nell’art. 22 del disegno di legge e vietate dalla Costituzione all’art.70 in
considerazione della delicatezza della materia trattata.
3. Implementare le assunzioni da 100.701 a 148.000 docenti così come previsto
dalla legge di stabilità 2015, estendendo i posti residui agli idonei collocati
nelle graduatorie di merito del concorso del 2012.
4. Istituire tavoli tecnici di lavoro, composti da Esperti (Università,
Scuole, Associazioni Sindacali e di categoria, Cittadini) sulla riprogettazione
della Riforma della Scuola che parta dall’analisi dei bisogni degli alunni,
delle famiglie, di tutto il personale Scolastico, della comunità educante, del
territorio, del mercato del lavoro e della formazione universitaria, attraverso uno screening di tutte le realtà territoriali facenti capo
alle singole Istituzioni scolastiche e riformulando i percorsi educativi e
didattici alla luce dell’ indagine effettuata, tenuto conto dei nuovi livelli
di competenze richiesti a livello europeo.
5. Seguire l’iter legislativo ordinario per un disegno di legge che sia
completo in tutte le sue parti all’esito dei lavori di cui al punto 3
prevedendo un adeguato sostegno finanziario per il settore Istruzione ai sensi
dell’art.81. Cost.
6. Prevedere l’accesso ai ruoli docenti anche dei neolaureati mediante
concorso pubblico ordinario.
7. Estendere il bonus alle famiglie anche per le iscrizioni alle scuola
pubbliche.
Grazie, a nome
di quanti hanno a cuore la Scuola.