mercoledì 24 giugno 2015

Lettera aperta al Presidente della Repubblica, ai Senatori, ai Deputati.
Con la presente si intende sottoporre alla Loro pregiata attenzione le riflessioni nate a seguito di un Tavolo tecnico, ad Afragola (Na) l’otto giugno 2015, a cui hanno preso parte Professori Universitari, Direttori di riviste scientifiche, Giornalisti, Dirigenti Scolatici, D.S.G.A, Docenti, Rappresentanze sindacali, Associazioni di categoria, Albi professionali, Associazioni Culturali, Genitori, Circoli Universitari, liberi cittadini, all’indomani dell’approvazione del Testo del Disegno di Legge A.S. 1934 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti) da parte della Camera dei Deputati.
La centralità del Convegno ha visto in primo piano, al di là di ogni logica economicistica e aziendalistica, l’interesse del minore e la salvaguardia della sua serenità di studente motivato.
Al termine del dibattito, l’Assemblea, composta da centinaia di persone, ha istituito il Comitato “A scuola per passione”, con la nomina della scrivente prof.ssa Marina Pannone, come referente con le Istituzioni.
Ne è seguito uno studio attento e approfondito, anche se celere, in considerazione della velocità dei tempi previsti per l’approvazione del Disegno, nato, nella sua originaria formulazione, come uno scarno documento di carattere economico, che si è via via arricchito di buoni propositi, senza che gli stessi siano stati supportati da un sostegno finanziario adeguato, come ampiamente dimostrato dalla onnipresente espressione “il tutto senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica”.
Alla luce dell’analisi del suindicato Disegno di legge, in via preliminare ci si chiede:
Perché agganciare l’assunzione dei precari alla cosiddetta “Riforma della Scuola”?
L’assunzione dei precari non è forse un obbligo imposto dalla Corte di Giustizia Europea, Terza Sezione, con la Sentenza n. 76 del 26 novembre 2014?
Perché il Parlamento deve dismettere la propria funzione primaria di approvare le leggi?
Conferire deleghe in bianco al Governo su una funzione così delicata e di interesse nazionale, quale quella dell’istruzione, non contrasta forse con la Costituzione all’art. 117 comma lettere g) m) n).?
 Ed ancora ci si domanda come intende la “Buona Scuola”:
1. innalzare i livelli di istruzione?
2. prevenire e recuperare l’abbandono scolastico?
3. garantire il diritto allo studio per tutti gli studenti?
4. educare in modo permanente tutti i cittadini?
Orbene, se tali sono gli obiettivi,
·         Perché la Riforma non parla della centralità dell’alunno quale attore del processo dinamico di insegnamento-apprendimento?
·         Perché inserisce nella scuola il clima dell’azienda e della competizione tra i docenti, se il compito della comunità educante tra pari è quello di formare coscienze libere?
·         Perché non reca alcun cenno alla possibilità di sostenere gli alunni capaci e meritevoli come previsto dall’ancora in vigore art. 34 della Costituzione, che recita: "La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi"?
·         Perché non fa alcun cenno a quali strategie utilizzare contro la dispersione scolastica, che in Italia oscilla tra il 15% e il 30%, e costituisce la vera piaga sociale delle scuole pubbliche?
·         Perché intende far crescere i cittadini del futuro in un ambiente educativo e formativo viziato da logiche aziendali e non più improntato alla serenità della “comunità dei pari” e del Preside in quanto primus inter pares?
·         Perché sovraccarica i dirigenti scolastici, alterandone e ampliandone - in modo illogico - il ruolo dirigenziale esponendoli alla mercé di imprenditori al fine di accaparrarsi sponsorizzazioni a favore della propria scuola? Con questi presupposti, gli sponsor non andrebbero a interferire sull’organizzazione e sull’andamento didattico della scuola, condizionandone i processi educativi di apprendimento, formazione e valutazione, che devono essere liberi e svincolati dalla logica del profitto e del tornaconto personale?
·         Perché non indica modalità e mezzi per educare in modo permanente i cittadini?
·         Perché impedisce a un docente di lavorare per il solo fatto di aver già lavorato per 36 mesi?
·         Perché ostacola la continuità didattica, tanto invocata al fine del raggiungimento del pieno successo formativo, in violazione dell’art. 34 della Costituzione?
Se il punto di partenza è riformare la Scuola, ci si è chiesti:
·         Quale è il compito della Scuola oggi?
Non è forse quello di formare cittadini responsabili e competenti sulla base di livelli standard uniformi a livello nazionale ed europeo?
·         Quali sono i destinatari del processo dinamico di insegnamento apprendimento in una classe?
27-35 alunni tutti diversi tra loro (e non 27-35 paia di scarpe tutte uguali).
·         Cosa fa un docente prima di entrare in classe?
a.    Cerca di individuare gli stili di apprendimento dei singoli allievi;
b.    Modula gli obiettivi da perseguire;
c.     Formula percorsi volti ad adeguare la programmazione didattico-educativa alla realtà di quel gruppo classe;
d.    Individua strategie metodologiche da utilizzare;
e.    Sceglie il linguaggio più adatto al contesto;
f.     Elabora il materiale didattico;
g.    Predispone prove di verifica in itinere, con correzione, restituzione di feedback e monitoraggio rispetto agli obiettivi prefissati.
Perché, invece, tacere sul fatto che i docenti:
·         sereni costituiscono un modello da emulare per gli allievi in crescita?
·         non hanno più alcun mezzo a disposizione per incentivare gli alunni a studiare se non quello di creare e favorire un ambiente stimolante per l’apprendimento?
·         sono chiamati continuamente ad auto-aggiornare i loro metodi di insegnamento in virtù della continua innovazione tecnologica?
·         hanno a disposizione strumenti del XIX secolo quando viene invece richiesta la formazione degli allievi in una dimensione digitale del XXI secolo?
·         svolgono una continua opera di mediazione, di integrazione, di inclusione nonché di risoluzione di conflitti all’interno del gruppo classe (con tutte le difficoltà che ne derivano), cercando di mantenere costantemente un sano ed equilibrato ambiente di insegnamento-apprendimento?
·         producono a distanza, allorché gli alunni – divenuti politici, imprenditori, dirigenti, insegnanti, impiegati, ricercatori, professionisti, tecnici, operai… insomma, cittadini responsabili-  possano utilizzare le abilità acquisite, mettendo in pratica le competenze per aver interiorizzato le conoscenze?
A proposito dei Tagli alla spesa pubblica, perché tacere sul fatto che:
·         si denomina Riforma del Sistema Nazionale di Istruzione un Disegno di legge che si limita a considerare la scuola come un’azienda da ristrutturare in senso verticistico?
·         sono già stati enormemente tagliati i fondi alle scuole al punto che le stesse non sono più in grado di finanziare la formazione dei docenti, dei genitori, degli alunni, né di finanziare la progettazione e/o la produzione di materiale didattico laboratoriale, né addirittura di fotocopiare schede didattiche?
·         nonostante la maggior parte degli edifici scolastici versino in condizioni disastrose, un esercito di persone scende ogni giorno in campo per svolgere il proprio lavoro mettendo a repentaglio la propria incolumità?
·         a fronte della individuazione degli alunni “BES” non sono state predisposte risorse e strumenti per soddisfare i Bisogni Educativi Speciali, lasciando le scuole completamente in balia delle onde?
·         la previsione dell’insegnamento obbligatorio della DNL (disciplina non linguistica) in lingua straniera resta un’affermazione di principio, senza fornire i mezzi finanziari idonei a garantire la sua concreta ed efficace attuazione?
·         sono necessari strumenti per la formazione continua, in considerazione dell’elevato costo dei master universitari e dei corsi di alta formazione (che vanno dai 3000 ai 5000 euro)?
·         sono indispensabili mezzi e strumenti per incentivare gli alunni a studiare?
·         risulta impossibile pensare di uscire dalla crisi - che tanto gravemente colpisce il nostro Paese - senza investire in maniera adeguata sull’istruzione dei giovani e sul loro futuro?
A fortiori si rilevano profili di incostituzionalità del nuovo modello di scuola previsto dal Disegno di legge in questione - poiché la Riforma così come è formulata:
1.  Non garantisce livelli omogenei di istruzione per tutti gli alunni su tutto il territorio nazionale in contrasto con l'art. 3 della Costituzione comma 1 laddove recita: "Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politica, di condizioni personali e sociali" e con l’art.3. comma 2 laddove prevede che “É compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”; nonché con l’art. 30 della Costituzione laddove recita: "La scuola è aperta a tutti” e con la Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, sull'istituzione di un quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell'istruzione e della formazione professionale (EQAVET) del 18 giugno 2009.
2. Crea delle ingiustificate disparità di trattamento nell’accesso ai ruoli docenti in contrasto con l'art. 97 Cost. comma 4: "Agli impieghi nelle pubbliche amministrazione si accede per concorso";
 3. Non riconosce gli incentivi in favore di famiglie di alunni capaci e meritevoli, in contrasto con l'art. 34 della Costituzione in cui è detto: “I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.";
4.  Viola la libertà di insegnamento nel momento in cui attribuisce le scelte didattiche al Dirigente Scolastico, a cui è anche affidato il compito di valutare (rectius valorizzare) il merito dei docenti, in contrasto con l’art.33 della Costituzione nella parte in cui recita “L’arte e la scienza sono libere e libero ne é l’insegnamento.”;
5.  Depaupera la funzione primaria della Scuola “Pubblica” di istruzione per contrasto con l'art. 34 della Costituzione, in cui è detto: "La scuola è aperta a tutti”;
6.  Crea una ingiustificata disparità di trattamento in contrasto con l’art. 3 della Costituzione sul diritto di uguaglianza  riguardo alla previsione del bonus solo per le famiglie che iscrivono i figli alla scuole private e non anche per quelle che scelgono le scuole pubbliche;
7. Contrasta con l’art. 30 della Costituzione laddove recita “è diritto dovere dei genitori istruire i propri figli”. Le famiglie non avranno più l’opportunità di formare i propri figli nella scuola pubblica come espressione di coesione, di unità e di eguaglianza civica;
8. Elude l’art.117 della Costituzione laddove recita “Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; n) norme generali sull’istruzione, attraverso il conferimento delle deleghe in bianco al Governo;
9. Viola il principio del concorso pubblico (art. 97 Cost.) per l’irragionevolezza dell’esclusione degli idonei dal Piano straordinario di assunzioni (art. 3 Cost.); lede il principio dell’affidamento (art. 2 Cost.) all’art. 8 del ddl 2994, laddove al comma 4 reca, infatti, una deroga espressa all’art. 399 del Testo unico in materia di istruzione (d.lgs. n. 297 del 1994), dove si stabilisce che il reclutamento dei docenti attinga per il 50% dalle graduatorie concorsuali e al comma 10 del medesimo art. 8 esclude dal Piano straordinario di assunzioni gli idonei collocati nelle graduatorie di merito del concorso del 2012, disponendo che dal 1º settembre 2015 tali graduatorie «perdono efficacia» e derogando perciò alla regola che ne stabilisce la validità triennale;
10. Mette in evidenza il contrasto tra l’art. 8 del ddl 2994 che prevede l’assunzione di 100.701 unità di personale docente, fra cui 16.835 su «posti già vacanti o disponibili», 7.623 su «posti stabili già attivati (spezzoni)» (cfr. la Relazione tecnica, pag. 38) e le previsioni di spesa contenute nella Legge di Stabilità 2015 che coprivano l’assunzione di circa 148.000 docenti in violazione degli artt. 3 e 97 della Costituzione.
Tanto premesso, si chiede che il Governo spieghi con puntualità e precisione esattamente al  Presidente della Repubblica, al Parlamento e, dunque, ai Cittadini:
1. Che cosa intende per “Riordino” delle disposizioni legislative in materia di istruzione di cui all’art 22 (Delega al Governo in materia di sistema nazionale di istruzione e formazione);
2. Quali sono le ragioni oggettive che giustificano l’adozione di un unico DDL in materia di riforma scolastica;
3. Come si colloca l’attuale disegno di legge nella parte in cui prevede:
a)    la stipula dei contratti a tempo determinato per un periodo non superiore a tre anni;
b)     la chiamata diretta da parte dei Dirigenti Scolastici;
 rispetto alla direttiva 1999/70 dell’UE, che è finalizzata ad «attuare l’accordo quadro (…), la cui clausola 1 così recita: «L’obiettivo è: a) migliorare la qualità del lavoro a tempo determinato garantendo il rispetto del principio di non discriminazione; b) creare un quadro normativo per la prevenzione degli abusi derivanti dall’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato».
In virtù di tutti gli interrogativi posti alla pregiata attenzione del Presidente della Repubblica, dei Senatori e dei Deputati, con il presente documento si invitano le SS.LL. a vagliare le seguenti proposte:
1.    Chiedere il ritiro del Disegno di legge con lo stralcio della parte relativa alle assunzioni, auspicando una riflessione attenta, meditata sull’importanza a livello nazionale del settore Istruzione.
2.    Stralciare le deleghe in bianco contenute nel progetto di riforma contenute nell’art. 22 del disegno di legge e vietate dalla Costituzione all’art.70 in considerazione della delicatezza della materia trattata.
3.    Implementare le assunzioni da 100.701 a 148.000 docenti così come previsto dalla legge di stabilità 2015, estendendo i posti residui agli idonei collocati nelle graduatorie di merito del concorso del 2012.
4.    Istituire tavoli tecnici di lavoro, composti da Esperti (Università, Scuole, Associazioni Sindacali e di categoria, Cittadini) sulla riprogettazione della Riforma della Scuola che parta dall’analisi dei bisogni degli alunni, delle famiglie, di tutto il personale Scolastico, della comunità educante, del territorio, del mercato del lavoro e della formazione universitaria, attraverso uno screening di tutte le realtà territoriali facenti capo alle singole Istituzioni scolastiche e riformulando i percorsi educativi e didattici alla luce dell’ indagine effettuata, tenuto conto dei nuovi livelli di competenze richiesti a livello europeo.
5.    Seguire l’iter legislativo ordinario per un disegno di legge che sia completo in tutte le sue parti all’esito dei lavori di cui al punto 3 prevedendo un adeguato sostegno finanziario per il settore Istruzione ai sensi dell’art.81. Cost.
6.    Prevedere l’accesso ai ruoli docenti anche dei neolaureati mediante concorso pubblico ordinario.
7.    Estendere il bonus alle famiglie anche per le iscrizioni alle scuola pubbliche.
Restando a disposizione per eventuali audizioni e chiarimenti si indicano: http://ascuolaperpassione.blogspot.it/  mail: ascuolaperpassione@libero.it

Grazie, a nome di quanti hanno a cuore la Scuola.

1 commento:

  1. Ho trasformato questa lettera aperta curata da Marina Pannone in una petizione ai Senatori della Repubblica.
    Vi invito a firmarla:

    https://www.change.org/p/senatori-della-repubblica-bloccare-il-ddl-sulla-sedicente-buona-scuola?just_created=true

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